a Villaguattera si è respirata "Aria d’Ecuador"

"Si Dios quiere": è questo il modo di dire frequentemente utilizzato in Ecuador, quando si vuol mettere nelle mani di Dio un avvenimento o un qualche cosa che ci sta a cuore.

Avremmo voluto iniziare i festeggiamenti per il decimo anniversario della costituzione di ASA onlus, con un momento che esprimesse la nostra voglia di dar vita ad una associazione dove chiunque avesse vissuto un tempo in Ecuador, si sentisse a casa, si sentisse accolto senza che gli venissero poste tante domande sul "chi sei e da dove vieni";
un luogo dove poter dare continuità ad una esperienza che, spesso, rischia di rimanere solo "personale";
un luogo dove raccontarsi, e dove farsi raccontare, quello che di bello o difficoltoso ognuno avesse vissuto nel suo contatto con questa gente e con le presenze italiane in Ecuador;
un luogo dove sentirsi "famiglia, palestra di accoglienza e ospitalità" come recitava il tema conduttore della festa di domenica 3 ottobre;
uno spazio in cui parlare lingue diverse, ma ascoltarne una comune!
un luogo dove si potesse riflettere sull’esperienza dei laici "fidei donum", ricordando che è proprio in Ecuador che questa modalità di servizio missionario ha maturato i suoi primi passi, per estendersi poi alle altre nazioni in cui la Diocesi di Padova è presente;
un luogo, quindi, in cui non dimenticare le nostre radici, ma proiettato a nuove riflessioni e provocazioni, impegnato ad aprire nuove vie.
Domenica eravamo veramente in tanti – più di 130 gli iscritti al pranzo!!! - e di varia provenienza: i padroni di casa, gli amici di Ferrara, del Padovano, del Vicentino e l’immancabile gruppo dall’Altopiano di Asiago; persone appena rientrate da esperienze vissute grazie al programma Spondylus, o di vecchia data; laici fidei donum, di passaggio in vacanza, o rientrati da tempo più o meno lungo; ecuatoriani ora residenti nel nostro territorio o tra noi per una esperienza di scambio (uno Spondylus al contrario!), tanti genitori di sacerdoti attualmente in servizio in Ecuador, autorità civili, rappresentanti delle associazioni in rete con ASA nell’invio di giovani volontari. Adulti, giovani, bambini, neonati.
Come avevamo sognato, tutti si sono sentiti a casa, accolti, ascoltati, benvoluti… grazie anche all’impegno dei tanti volontari che non voglio elencare, perché il volontariato è nel DNA di ASA e chi ama la nostra associazione sa che prima o poi … dovrà rimboccarsi le maniche!!!
Facendo tesoro di quanto imparato dai fratelli ecuadoriani, molti aspetti non erano perfetti così da dare l’opportunità a molti altri dei presenti di mettersi in gioco, di dare una mano, di sentirsi coinvolti e protagonisti di una festa che alla fine è risultata eccezionale e al di sopra di ogni aspettativa. All’inizio del Mese Missionario 2010, come ricordato durante la messa, abbiamo sperimentato che il pane non sarà mai insufficiente se spezzato e condiviso con tutti i popoli.
Personalmente ho ritenuto da guinness dei primati in bontà, e giusto punto di cottura, il pranzo ecuadoriano preparato dal team delle cuoche italo-ecuatoriane, a cui va il nostro grazie speciale!
Non voglio poi dimenticare le preziose, semplici, sincere e provocatorie testimonianze di chi, nella mattinata, ha condiviso la personale esperienza di accoglienza ed ospitalità vissuta in Ecuador o in Italia: Nathaly Maggi, per sei mesi ospite di una famiglia italiana, Enrico Baldo, per tre settimane ospite di una famiglia a Luz y Vida, la famiglia Pellichero per tre anni accolta dalla comunità di Carcelèn Bajo, la famiglia Zambrano Flores, da 14 anni in Italia ed ora residente a Villaguattera.
E poi le musiche, le immagini scattate dai giovani rientrati da esperienze estive, i colori dello stand di artigianato e dei costumi del gruppo folclorico, i sapori proposti dallo stand della Cooperativa Angoli di Mondo.
Se il buon giorno si vede dal mattino, direi che il decennale è iniziato con il piede giusto e sarà un anno di grande grazia "si Dios quiere" … e se noi gli diamo una mano, aggiungo io.
(Maurizio Fanton)

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