Famiglia Pellichero

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01 aprile 2007

Sei speranza dell’umanità
"Così tutti riceveranno la vita in Cristo" (1 Cor 15,22)
"asì tambien por su uniòn con Cristo, todos retornaràn a la vida"


L’altro giorno, entrando nella sala di terapia psicologica in ASA, ho visto un poster dell’Unicef in cui era rappresentato il volto di una bambina e la scritta "Cosa vorresti fare da grande?"….
La risposta in grande era: "Vivere"…. e sotto paroline in piccolo riportavano il numero di bambini che ogni anno muoiono per una malattia curabilissima: la diarrea e la conseguente disidratazione….
La nostra speranza, non sappiamo se sia realmente la speranza e la priorità di tutta l’umanità, è che "tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza"… e sentiamo forte la necessità che evangelizzazione e promozione umana vadano di pari passo… "la vita in Cristo"….
Il Signore ci ha insegnato a chiedere a Nostro Padre di "Darci oggi il nostro pane quotidiano", il pane da mangiare, il pane delle medicine necessarie per la sopravvivenza, il pane dell’educazione … anche se ci ha ricordato che, soddisfatti questi diritti fondamentali, "non di solo pane vive l’uomo"…. E nel nostro mondo occidentale lo possiamo toccare con mano quando incontriamo persone che pur avendo tutte le cose materiali necessarie, sentono comunque un vuoto dentro….
Sabato siamo andati a trovare Bepi Tonello, un trevigiano che vive in Ecuador da 37 anni lavorando in progetti sociali, prima a Salinas de Guaranda con un padre salesiano, Antonio Polo, ora con il FEEP (Fondo Ecuadoriano per il progresso dei popoli); parlavamo di Salinas, delle grandi speranze costruite in questo pueblo sperduto nelle Ande, dove la gente può vivere una vita dignitosa senza l’obbligo di trasferirsi in città grazie all’avvio di molte produzioni artigianali e industriali in loco (dal formaggio ai maglioni di lana, dai funghi secchi alla cioccolata, agli oli essenziali… che potete trovare nei negozi del Commercio Equo con il marchio Salinerito). Io sottolineavo anche di alcuni fattori problematici che stanno emergendo oggi quali l’inquinamento ambientale (vedi i coloranti della tintoria che vengono scaricati nel fiume) o la diminuzione delle falde acquifere per aver piantato dei pini, alberi non autoctoni, per ricavare assi da costruzione. Bepi ci ha fatto osservare che questi sono ragionamenti da occidentale, di chi ha già soddisfatto i bisogni primari e può permettersi il lusso di ragionare sulla "qualità della vita", mentre loro lottavano ogni giorno per la vita delle persone … la mortalità dei bambini era del 50% … mi ha fatto riflettere….

Sentiamo, quindi, l’invito del Padre ad essere anche "noi speranza dell’umanità"… perché "Cristo non ha mani, ha solo le nostre mani… nel nostro piccolo, nella nostra quotidianità, ma anche allargando le braccia, lo sguardo, il cuore all’umanità nella sua interezza…
Un’attenzione alla vita delle persone, ma anche al contesto, all’ambiente, alla Madre Terra (la Pachamama) che ci accoglie e ci dà vita…
Un paio di mesi fa l’ultimo rapporto dell’Onu sullo stato del clima e dei cambiamenti climatici e sulla possibile evoluzione futura del clima globale ha presentato una realtà problematica e un futuro che si preannuncia catastrofico.
Una notizia che, arrivando dall’Onu e non da "catastrofici" ambientalisti, ha suscitato allarme a tutti i livelli ma che poi con una facilità che sa di omissione è tornata in secondo piano tra le priorità della politica.
E pure noi cittadini, che non riusciamo ad affrontare con autocritica la "salute della Terra", sentiamo il problema talmente grande che preferiamo non affrontarlo.
Ma pensiamo che il nostro ruolo di genitori, che come maggiore preoccupazione hanno il presente e il futuro dei propri figli, ci impegna particolarmente per le sorti del mondo.
Sentirci quindi in prima persona responsabili, non aspettare che la soluzione magica arrivi da altrove. Anche perché buona parte della politica ha altre priorità e bisogna essere sempre vigili verso l’economia liberista che negli ultimi tempi si presenta ecologista e si riempie la bocca di belle parole e ha fatto proprio anche l’espressione "sviluppo sostenibile"(e in realtà cerca di presentare l’attuale modello di sviluppo come "sostenibile"!).
In realtà la nostra corsa allo sfruttamento delle risorse naturali e al conseguente inquinamento del pianeta deve accettare un drastico rallentamento, dobbiamo andare verso una "decrescita felice" (nuovo termine per cerca di riassumere il processo che dobbiamo compiere, almeno finché pure di questo termine non verrà alterato il significato).
Il nostro cambiamento prima di tutto deve essere culturale: convincerci che non sono fissazioni "no global", e allo stesso tempo sfuggire dal pessimismo (che nella situazione attuale è più che giustificabile…) e aver la fiducia che pure noi possiamo fare qualcosa. Ci viene chiesto di essere speranza dell’umanità!
E di conseguenza concreti nel quotidiano: ad iniziare dalla nostra dimensione familiare, ma senza ignorare che è nostra responsabilità incidere anche a livello di società, affinché tutti possano ricevere la vita …in Cristo…
In tutto questo "protagonismo" non abbiamo dimenticato che in primis Gesù Risorto è la speranza dell’umanità ma proprio Lui, quando la domenica appare ai discepoli impauriti dopo la sua morte, dice "come il Padre ha mandato me, io mando voi".
Quindi, caro/a amico/a, sei speranza dell’umanità! … e ricordarti che Gesù "sarà sempre con noi."
Buona Pasqua, Angela e Nicola

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