Don Nicola De Guio

Torna indietro

Pane e...

18 febbraio 2008

Carissimi amici,
dopo un bel po’ di tempo ci sentiamo per condividere qualcosa della nostra missione e la bellezza di sentirci chiamati a credere, sperare ed amare. Qualche e-mail o chiamata personale ogni tanto ci unisce e ci permette di scambiare un pensiero; provo ora a scrivere una riflessione che mi accompagna in questo periodo.
Tempo fa mio fratello mi diceva, con un po’ di preoccupazione, che il prezzo del pane era aumentato (anche del latte e di qualche altro prodotto basico). L’ondata di aumenti naturalmente si è sentita anche qui in America Latina e si capisce come questo aspetto tocchi soprattutto la vita delle famiglie povere che devono fare i conti anche con quel centesimo o quel dollaro in più che viene a mancare a scapito di una già precaria economia familiare. In tutto questo non posso nascondere le difficoltà che ci sono da parte delle nostre famiglie di spendere a piacimento e per qualsiasi cosa, peggio quando qualche malattia o spesa imprevista obbliga a fare i conti con le poche entrate sicure. Per fortuna in questo tempo quaresimale la sobrietà ci aiuta a capire e a condividere con chi non ha e magari anche a sostenere chi potrebbe essere nella necessità: insomma ci sentiamo in famiglia e sentiamo che la vita di alcune famiglie è anche la nostra vita. Anche per noi missionari è importante riflettere sulle nostre spese e sulla gestione delle nostre (e vostre) risorse. Il nostro stile di vita, l’aiuto che possiamo dare alla gente e a questa Chiesa, il condividere i nostri progetti e le nostre prospettive di impegno... sono elementi che dobbiamo considerare per non perdere l’essenziale della missione: l’evangelizzazione e la promozione umana che accompagnano anche il nostro stile e la nostra presenza. Cerchiamo allora che non manchino questi elementi anche nella nostra parrocchia e nella nostra Caritas perché la nostra presenza e la nostra attività vengano meno al senso missionario e di condivisione che siamo chiamati a vivere.
È per stare in questa linea che, in sintonia con il tema dell’annuncio che accompagna la nostra attività pastorale durante quest’anno, stiamo studiando a fondo una proposta di catechesi per gli adulti attraverso un percorso che avrà come riferimento la Bibbia, il Pane quotidiano del discepolo. L’esperienza e la proposta dei gruppi biblici presente in parrocchia ci ha orientati ad approfondire questo tema e ad ampliarlo perché più persone possano avvicinarsi alla Parola di Dio e possano crescere come discepoli del Maestro (è una scelta anche della Chiesa Latino-americana dopo la Conferenza dei vescovi ad Aparecida, in Brasile). Con il sostegno della parrocchia di Cogollo del Cengio stiamo diffondendo la Bibbia ad un prezzo più accessibile, così nella catechesi la maggioranza dei ragazzi la può avere ed usare. Cerchiamo inoltre di offrire momenti e strumenti di formazione perché si possa crescere nel nostro essere discepoli del Signore (qui la minaccia delle sette è sempre presente). Cresce il numero di chi ha fame di Dio e cresce anche il numero di persone che stiamo aiutando a nome della vostra generosità e anche a nome di una dignità che ci sentiamo il dovere di costruire insieme. Il sostegno che ci viene dall’Italia (e certamente anche dalla tua generosità) ci permette di aiutare quelle persone e quei progetti che con le sole risorse locali non sarebbero realizzabili. Sappiamo che dietro a questi aiuti ci sono comunità parrocchiali, gruppi, famiglie e singole persone che confidano nella nostra responsabilità. Con la nostra Caritas parrocchiale stiamo cercando di sensibilizzare la comunità a farsi carico delle necessità di molte persone; al mercoledì per esempio cerchiamo di garantire quel pane ad ogni anziano che trova una piccola colazione che lo distrae dalla solitudine della casa o dalla trascuratezza dei famigliari emigrati o lontani; sosteniamo quelle famiglie che trovano difficoltà nel far continuare gli studi al proprio figlio a volte perché deve lavorare; accompagniamo quelle situazioni di emergenza che si presentano in quelle famiglie già minacciate da difficoltà economiche e anche umane (solitudine, abbandono, maltratto). Insomma, abbiamo a cuore che questi nostri fratelli e sorelle partecipino dei doni che Dio ha dato a tutti gli uomini.
Sento che in tutto questo c’è sempre un filo di speranza che mi accompagna e mi sostiene; non sempre lo so riferire a Dio, ma ne sento la grandezza rispetto alle mie e nostre capacità... ... e così ho compreso meglio il senso del versetto di Isaia 55,1: "o voi tutti assetati venite all’acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte." Vale la pena spender-si per qualcos’altro?

un abbraccio latinoamericano

don Nicola