Don Mauro Da Rin Fioretto

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mercoledì 20 aprile 2011

Pascua … e tombini

Guardatelo bene: è un tombino… Quello dietro casa

Un tombino intasato, per la precisione.
Un tombino intasato da circa 2 tonnellate di detriti…
Un tombino intasato dice che qui nel nord di Quito è inverno, cioè piove…
Un tombino intasato dice che i sistemi di fognature non sono stati ben pensati (boia can!) e che siamo in un settore con molte pendenze…
Un tombino intasato di sabbia, ghiaia e sassi dice che questa parte di città è in costruzione: molti fuori casa hanno il mucchio di sabbia per costruire il secondo piano, molte strade (sempre meno per fortuna!) non sono ancora pavimentate e quando cade acqua si strassina a valle tutto quel che trova

Un tombino si intasa perché una pietra, o una borsetta, o una bottiglia di plastica, o un sacchetto delle patatine buttato per strada, trascinati dalla "piena", si fermano di traverso sulla grata o sul tubo e bloccano il deflusso del fiumetto di acqua e melma…

Un tombino intasato crea problemi: acqua e fango in casa e chiesa…

Quindi bisogna spalare e riempire regolarmente una trentina di carriole per tenere puliti i tubi. Ogni carriolata sono una quindicina di "badilate"… Ogni badilata sono 5-6 Kg

Svuotare il tombino è diventato il nostro sport: non quotidiano, però frequente.

Il tombino è buona immagine della vita di tanti in questa periferia: tante cose piccole che bloccano tutto e creano grandi problemi. Quel che fa vivere in croce non sono, spesso, macigni enormi, ma tanti piccoli sassi a cui non facciamo attenzione…

Come una borsetta di plastica tappa il tubo, così la mancanza di comunicazione in tante coppie, il lasciare a domani il dialogo, chiarimenti, gesti di affetto, blocca poco a poco i tubi della relazione.

Come una pietra di sbiego tappa, così rimproveri frequenti e non motivati fatti ai figli o addirittura castighi picchiando (troppo frequenti!) interrompono la confidenza, la fiducia e anche l'autostima e poi il tombino straripa in aggressività (vediamo tanti casi di bambini e ragazzini con problemi di relazione al CAE-doposcuola, causati da difficoltà familiari!).

La mancanza di tempi per pensare, leggere un libro o il giornale, per pregare e stare un po' dentro a sè stessi a dipanare il gomitolo ingarbugliato di emozioni, sentimenti, idee, esperienze, apparentemente non ammazza nessuno… Però intasa l'esistenza…

(ci sono anche i sassi grossi: guerra in Libia, chiusure agli immigrati, problemi della giustizia o del premier… E voi lì in Italia potete aumentare la lista; qui ci sono problemi "cronici" di mancanza di lavoro, cultura, salute, …)

E quando c'è un tappo anche i sassetti piccoli e la sabbia, le difficoltà piccole, contribuiscono a ingrandire l'intasamento.

E il tombino si trasforma davvero in una piccola tomba, segno del limite, di tante-troppe dimensioni interrotte-intasate.

La buona notizia è che è possibile ripulire e riaprire il tombino intasato: non tutto in un colpo e non da soli (chi riuscirebbe a smuovere in una botta 2 tonnellate di detriti?), però badilata dopo badilata, un po' alla volta con costanza si trovano gli intoppi e si riaprono i tubi (canali) interrotti.

Ascoltare in questi giorni gli sfoghi di tanti fratelli e sorelle che stanno male non risolve, ma è una spalata che contribuisce a liberare;

Vivere la sintonia con Gesù nella preghiera, nella meditazione dei suoi atteggiamenti di bontà- speranza- parole buone addirittura a chi l'uccideva, è un bel paio di stivali di gomma gialli che permettono di andare dentro al tombino con voglia di spalare;

La vita della parrocchia con i ritmi ordinari della comunità, il catechismo, le confessioni, gli incontri dei gruppi giovani, il cammino bisettimanale dei 10 gruppi biblici, il ritrovarsi del consiglio pastorale, la celebrazione delle Messe, gli incontri e il centro di ascolto del martedì di Caritas, tutti i pomeriggi con la mensa e il dopo-scuola per una settantina di bambini, il coretto, fare le carte per i comodati dei terreni con il municipio, …, sono una splendida carriola per spostare terreni pesanti e ingombranti dai cuori di tanti fratelli

La risurrezione di Gesù rinnova la nostra voglia di fare… Perché il fango non può avere l'ultima parola. Il sepolcro vuoto è più forte della croce e ci mette in mano guanti e badile… Forse non riusciremo a salvare il mondo.. Però grazie a Gesù una badilata di liberazione possiamo mettercela anche noi… E chissà che come Chiesa, corpo di Gesù vivo oggi nel nostro caro mondo, riusciamo a spalare via il grosso del male.. Ognuno con la carriolata che gli tocca.

Svuotare i tombini con speranza è la nostra missione di resuscitati… E con la Pasqua, festa di liberazione dal fango del male e della morte, tutto riprende a scorrere con fluidità e speranza.

Lorenza, don Mauro, don Nicola

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