Don Mauro Da Rin Fioretto

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mercoledì 23 dicembre 2009

Natale 2009: senza pioggia non ci si vede!

Nonostante i 25-28 gradi e un sole oggi limpido e splendido... anche qui sulla sierra andina dovrebbe essere inverno! Non con le nevicate che vi hanno imbiancato nei giorni scorsi, ma con un po' di pioggia sì. La grande differenza a Quito tra estate e inverno non sono le temperature (praticamente identiche tutto l'anno), ma il fatto che d'inverno piove.
E quest'anno sta piovendo poco niente. Uno dice: "Che meraviglia! Il sole, bel tempo!", ma in realtà la mancanza di acqua sta creando un sacco di disagi. Sta già aumentando il prezzo di verdura, frutta, riso, patate, ... (con cosa innaffi?) e inoltre, visto che la corrente ecuatoriana è fortemente idroelettrica, c'è crisi energetica (i bacini idroelettrici sono sotto i livelli di guardia). E allora chiediamo alla Colombia che ci venda un poco più di elettricità, ma non ce n'hanno neanche loro... E allora che fare? Ideona! Spegnamo le città per qualche ora al giorno.
È impressionante: il lunedì, mercoledì, venerdì alle 19 in punto dalla finestra della cucina si vede improvvisamente spegnersi tutta la città. E sia il buio: paf! E alle 22 di pacca si riaccende tutto. E sia la luce: paf!
Siamo da un paio di mesi in regime di "Apagones": apagar = spegnere; apagones = spegnimenti... Ma forse la traduzione veneta rende di più: "STUADA". Effettivamente xè 'na gran "stuada".
Al supermercato han messo uno scaffale di candele che è molto frequentato. Tutti invidiano le nostre pile frontali da alpinismo. Certo è più romantico fare le riunioni, cenare, leggere a lume di candela... però pochi si avventurano fuori casa senza illuminazione.
Tutti al buio. Almeno tre ore a giorni alterni.
Appena spengono non ci si vede davvero un emerito niente! Per arrivare alla candela o alla pila si va a tentoni, muovendosi lentamente e sbattendo allegramente qua e là.

Pensavamo a questa situazione come simbolica di quel che molta gente vive: tutto normale fino alle 19 della vita... E tuttun tratto: paf! Buio, silenzio, andare a sbattere di qua e di là, non vederci chiaro.
Quante situazioni di oscurità:
Beh, insomma, le varie magagne e tensioni sociali di una periferia di grande città (in alcune cose, credo, simili a quel che vedete a Padova...).
Verrebbe quasi voglia di spegnere la candela... ma che bello sentire che c'è una festa della luce che ci può illuminare tutti:

"Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1, 9)"

San Giovanni ci perdonerà i tagli: andatevelo a leggere voi (o ascoltatelo nella Messa del giorno di Natale)...tutto l'inizio del suo vangelo ripete la parola "luce".


La luce, prima creatura, trova la sua verità in Gesù...
Non c'entra l'empresa electrica: è Lui la luce di cui abbiamo bisogno... e che tante volte non accogliamo.
L'incarnazione di Gesù ci accende dentro una speranza bella, grande: la nostra vita (anche quella degli imbriagoni, di quelli che picchiano la moglie, dei criminali) è degna di Dio... Sì...effettivamente , in molti casi, c'è da lavorarci su un bel po', ma si può soffiare sulle bronse della parte buona di ciascuno e accendere fuochi!
Dio che nasce e condivide la nostra condizione umana getta luce sul lavoro, sullo studio, sulle disperazioni o smonamenti, sulla vita di famiglia, perfino sui peccati! "Sono qua vicino! - mi dice il Signore- Accendi la candela della fede (magari quella che ti han acceso il giorno del tuo Battesimo) e guardati intorno... Son qua!"
Gesù illumina la nostra vita.
La nascita di Dio nella nostra povera umanità ci fa rinascere: per dire "partorire" si può usare il sinonimo "dare alla luce" e trovare lumi nelle nostre storie vuol proprio dire rinascere.
Il Natale non fa come la televisione che punta occhi di bue sulla "super-star" di turno nel palco del successo, ma ci regala gli umidi occhi di un bue puntati su un povero bambino che ci fa tutti stelle, abitanti luminosi del cielo.
Con il buio del "apagòn" dalla terrazza della casa pastoral si vedono molto meglio le stelle. La luce delle stelle, piccole e lontane, che rincuorano e danno gioia grande ai magi e con loro a tutti i cercatori di Dio nella terra tante volte buia.

Credo che da Natale in poi, come noi ci incantiamo a guardare le stelle, così Dio guardi contemplando meravigliato alle molte stelle sparse sulla terra che siamo ciascuno di noi: in Gesù la nostra umanità riceve luce e importanza... E Dio si ferma e resta là incantato a guardarci.

Auguriamo a tutti, soprattutto a chi è nel buio, di scoprire Gesù solidale, ben incollato alla nostra umanità, perchè alle 22 della vita, nonostante la poca pioggia: "paf!" la luce splenderà.
Lorenza, padre Mauro, padre Nicola

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