Enrico Baldo

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Martedì 26 aprile 2011

FELIZ PASCUA A TODOS!
Riesco solo ora a mandarvi gli auguri di Pasqua perché questa Settimana Santa l'ho passata a Luz y Vida dove non c'è internet, o per lo meno non c'è una connessione veloce. È stata una Pasqua molto particolare e intensa.
Ma cominciamo dall'inizio, da una settimana fa, dalla celebrazione del "domingo de ramos" (festa delle palme). È stato come fare una messa in una selva: tantissima gente e ognuno aveva un bel ramo di rosmarino (che va a sostituire l'ulivo che qui non c'è) o di palma (anche se molti meno perché a rischio d'estinzione) o un mazzo di fiori e lo teneva ben sollevato e sventolato. E quando dico "bel" lo dico perché non è il nostro rametto scarso da quattro foglie messe in croce, ma proprio una bel ramo importante che si faceva notare sia durante la processione che durante la messa. La parte più simpatica è stato il momento della benedizione dei rami: qui non è come da noi che nel momenti della benedizione con l'acqua santa quasi ci secca che il sacerdote ci bagni perché ci sporca, qua hanno bisogno di sentirsi benedetti, per cui più si è bagnati meglio è. Quindi alla fine della celebrazione don Nicola e don Mauro escono dalla chiesa con due belle secchie di acqua benedetta, salgono sopra una panca e di buona lena, per 20 minuti buoni, cominciano a benedire con una fronda la folla che si accalca attorno: una scena splendida da vedere.
Piccolo aneddoto simpatico: io sono stato incaricato dai don di fare da fotografo in questi giorni. Stavo scattando qualche foto alla fine della messa da sopra la terrazza che sta in fondo alla chiesa quando, in assenza di sacerdoti, vedo avvicinarsi all'altare una signora. Questa va verso l'acqua santa, prende l'aspersorio e comincia a benedirsi. Poi immerge la mano nell'acqua più volte e se la passa in testa, sugli occhi e in faccia. Fatto questo se ne va soddisfatta. Due minuti dopo però ritorna: si era dimenticata delle orecchie! =D Naturalmente tutto documentato con foto, eh! La signora un po' particolare, nota per questa sua particolare "devozione", un paio di giorni dopo è stata beccata a bere il vino santo in sagrestia mentre il don celebrava la comunione. Diceva che faceva bene alla gola...
Ma torniamo alle cose serie. Il Giovedì Santo inizia a Luz y Vida la Pascua Juvenil: in occasione del triduo pasquale Lorenza e alcuni animatori della parrocchia hanno organizzato, per ragazzi e adolescenti della parrocchia, alcuni giochi e attività, opportunità per conoscersi e vivere assieme questo importante periodo, cercando soprattutto di creare una continuità con il gruppo giovanile che si incontra settimanalmente. Vi hanno partecipato oltre 60 ragazzi. Io sono nominato (tanto per cambiare) fotografo ufficiale. È stata un'occasione preziosa per stare con loro e conoscere la loro realtà.
Le celebrazioni del triduo sono state molto belle e partecipate: giovedì con la lavanda dei piedi ai rappresentanti di tutti i barrios (quartieri) della parrocchia, venerdì con l'adorazione della croce e sabato con la benedizione del fuoco e dell'acqua della veglia Pasquale. In quest'ultima don Nicola si è anche improvvisato vescovo e ha cresimato sei persone. Tanto per non smentirmi, visto che c'era bisogno perché appena avviato, ho anche fatto parte del coro e, visto che molti dei canti erano uguali ai nostri (don Mauro li ha tradotti in spagnolo) non ho avuto molta difficoltà, anzi, ho anche insegnato qualche seconda voce (Claudia ed Elisa, sarete orgogliose di me! Vi ho pensato molto... =D ).
In particolare il Venerdì Santo ho partecipato a due rappresentazioni, una cittadina e una parrocchiale. La prima è una tradizione tipica di Quito: dal Convento di San Francisco parte una processione di centinaia di penitenti, i Cucuruchos, con il loro tipico vestito e cappuccio viola, molti dei quali lungo il percorso si mortificano camminando scalzi, con catene, trascinando croci pesantissime, alcuni vestiti da Gesù con corone di spine o di ortiche, alcuni avvolti da filo spinato, alcuni si frustano con corde o mazzi di ortiche o portano appesi sulla schiena croci spinate. Per molti aspetti una tradizione criticabile per la sua crudezza, ma molto pittoresca e sentita della gente del posto, come si poteva notare dal numero dei partecipanti.
L'altra rappresentazione è quella che si è svolta a Luz y Vida, prima della celebrazione: sono state fatte nel pomeriggio cinque Via Crucis, ognuna partiva da una parte diversa della parrocchia per poi arrivare terminate davanti alla chiesa. Lì i ragazzi della Pascua Juvenil hanno fatto una piccola rappresentazione della passione di Cristo: una persona ha fatto Gesù, è stato "messo in croce" davanti alla quale chi voleva poteva chiedere perdono per qualche motivo personale. Alcuni l'hanno fatto piangendo. Poi hanno fatto scendere Gesù dalla croce e l'hanno portato in braccio fino a Maria. La ragazza che l'ha rappresentata si è commossa realmente è ha singhiozzato per 10 minuti buoni. È stata una scena toccante.
Al termine della veglia Pasquale, invece, dopo aver accompagnato tutti i ragazzi a casa, in canonica abbiamo festeggiato tra di noi la resurrezione di Cristo con pane, cioccolata, speck di Asiago, parmigiano Ambasciatore (vino rosso fatto con le uve di casa di Lorenza) e la grappa che avevo portato (molto apprezzata). Era un momento importante ed era doveroso festeggiare in qualche modo... =D
La Pasqua Juvenil si è conclusa la domenica con un gran pranzo all'aperto con tutti i ragazzi, con la visione di un video che ho fatto con alcune foto scattate i giorni precedenti, molto apprezzato dai ragazzi, e con la celebrazione domenicale, durante la quale sono state battezzate tre ragazze.
È stata una settimana intensa e impegnativa, ma anche molto ricca di emozioni, un modo diverso di vivere la Pasqua, a contatto con un popolo che da molta importanza alla simbologia e ai gesti e che si lascia coinvolgere emotivamente con molta facilità.
Ieri è ricominciata la classica settimana di lavoro (qui stranamente non si festeggia Pasquetta). Tornando a casa Spondylus ho scoperto che le ragazze francesi (appena tornate dopo una decina di giorni di costa) hanno deciso di partire venerdì per andare definitivamente in Perù dove, a quanto pare, hanno trovato un altro posto dove lavorare. Non posso dire che mi mancheranno, visto che non si sono dimostrate particolarmente socievoli, però mi dispiace che in un mese non siamo riusciti a creare un legame nonostante le convivenza.
Spero che anche voi abbiate avuto l'occasione di vivere una bella Pasqua del Signore. Ringrazio tutti per i numerosi auguri che mi sono arrivati, direttamente o indirettamente, ricambio e auguro anch'io a tutti una felice Pasqua: che arrivi un po' della resurrezione di Cristo nella vita di ognuno di voi.
Torno ai miei piselli che non si cucinano =)
Un abrazo a todos, hasta pronto
Enrico

P.S.: la volta scorsa vi ho detto che probabilmente avremmo preso un cane. Anita ne ha portato a casa uno di un paio d'anni tutto bianco, occhi chiarissimi, pelo medio lungo, grande come un Labrador: tutti passando si fermavano a guardarlo, proprio bello. Gli abbiamo dato il nome Conga (a sentire dalle francesi, che per il cane sono finalmente uscite dalla loro stanza, è il nome di un dio indù). Ho fatto tempo a portarlo a spasso un paio di volte (carattere pessimo con gli altri cani, si fiondava a morderli). Una domenica, mentre non c'era a casa nessuno è sparito. Le cose sono due: o è scappato, o lo hanno rubato. Tenendo conto che l'avevano preso perché facesse da guardia, io spero che sia scappato, altrimenti è proprio una barzelletta. Io sono dell'idea che la signora che è passata di qui in quel periodo (e che dice di non averlo proprio visto) aprendo la porta lo ha fatto scappare. Penso che non scopriremo mai la verità... =(
Mi rompe solo non essere riuscito a fargli nemmeno un foto. In compenso nella cuccia appena comprata abbiamo scoperto che ci dormono due gatti della zona.

P.P.S.: qui potete vedere altre foto, anche se proprio ieri ho avuto qualche problema con il sito e se ne sono cancellate parecchie.

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