Gruppo CMD 2009

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Viaggio Ecuador – estate 2009


Sabato 1 agosto 2009, ore 7.30 del mattino all’aereoporto di Quito vengono ad accoglierci: don Mauro Da Rin Fioretto, don Nicola De Guio e Lorenza Bertazzo, missionari Fidei Donum presso la parrocchia "Maria Estrella de la Evangelizaciòn", qui inizia la nostra esperienza in Ecuador!
Siamo sei giovani della Diocesi di Padova che hanno deciso di vivere un’esperienza di missione in Ecuador, a conclusione di un percorso formativo di conoscenza delle realtà dei paesi del Sud del mondo organizzato dal Centro Missionario Diocesano.
Il punto di partenza irrinunciabile per affrontare questa esperienza, è stato comprendere che è necessario superare il concetto paternalista di "aiuto", lasciare spazio allo scambio e al rafforzamento della reciproca conoscenza e valorizzare le differenze culturali in modo da restituire autostima e dignità a popoli, storicamente sottomessi.
Il volontario non viene al Sud per aiutare chi ha dei "bisogni", gli "impoveriti economicamente", ma per collaborare alla creazione di una coscienza politica comunitaria e promuovere un’ informazione diversa, alternativa e veritiera: la povertà politica è molto più grave di quella economica.
La presenza ed il supporto quotidiano dei missionari fidei donum in Ecuador ci sono stati di grande aiuto per mantenere salda questa consapevolezza.
Nella prima settimana di soggiorno abbiamo prestato servizio in parrocchia, occupandoci della pulizia e del trasporto dei detriti nella discarica, durante i lavori di abbattimento del tetto della cappella di S. José de Moran.
Finito il lavoro, ognuno di noi si recava presso una famiglia della parrocchia, che aveva dato la propria disponibilità ad ospitarci nella loro casa. È stata un’esperienza molto bella per il calore ricevuto da queste persone che ci hanno accolto come fossimo membri della loro famiglia. L’iniziale timore di non riuscire ad adattarsi a realtà tanto diverse è stato superato molto più facilmente di quanto ci immaginavamo.
Nei giorni seguenti abbiamo ascoltato le testimonianze di missionari religiosi e laici che hanno arricchito ulteriormente la nostra conoscenza del paese. Particolarmente interessante è stato l’incontro con Bepi Tonello, direttore esecutivo del FEPP "Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio", istituzione privata di ispirazione cristiana con finalità sociali, al servizio di campesinos, indigeni, afro-ecuatoriani, meticci, poveri e popolazioni delle periferie urbane. Il Fepp ha fondato anche CODESARROLLO, una cooperativa di risparmio e credito diretta sempre da Bepi Tonello. Molto stretto è il legame tra questa struttura e le Banche di Credito Cooperativo Italiane, a dimostrazione che il modello ideato da Raiffeisen, può essere trasferito in ogni parte del mondo. In occasione del nostro incontro (una cena informale in parrocchia, offerta da don Mauro e don Nicola), Bepi Tonello ha più volte elogiato l’operato delle Banche di Credito Cooperativo, soprattutto di quelle Venete; tramite la Federazione Veneta, anche Banca Santo Stefano ha contribuito a finanziare le attività di Codesarrollo. Finita la cena, Bepi Tonello mi ha preso in disparte, incaricandomi formalmente di invitare il nostro Direttore ed il nostro Presidente a fargli visita "dì loro che riceviamo visite di esponenti del Credito Cooperativo tutti gli anni e tutti sono tornati a casa contenti".
Nelle settimane successive abbiamo visitato la città di Esmeraldas, che si trova sulla costa del Pacifico, vicino al confine con la Colombia. In questa occasione siamo stati ricevuti dal vescovo Mons. Eugenio Arellano Fernandez il quale ci ha illustrato le difficoltà e le problematiche tipiche di una città di frontiera.
Ultima tappa del nostro soggiorno è stata Salinas de Guaranda situata a 3.600 metri si altitudine nei contrafforti occidentali del Chimborazo. A Salinas abbiamo conosciuto padre Antonio Polo, sacerdote Salesiano nato a Venezia nel 1939 il quale esercita il suo lavoro pastorale in Ecuador dal 1970. Durante tutti questi anni, è stato il punto di riferimento attorno al quale, si ha dato vita e forza al processo di sviluppo umano che si può osservare a Salinas. Nel suo libro "La porta aperta" spiega come i Salineros conservino le virtù antiche (la solidarietà, lo spirito comunitario, l’amore alla vita, alla terra, alla natura, la resistenza al dolore, la sobrietà, la non violenza); la porta aperta è la porta della casa, di tutto un paese, quando sono aperti i cuori, le menti e le mani, quando si è disposti ad accogliere, ascoltare, quando si ammette che la diversità arricchisce.
Ora, dopo il nostro rientro in Italia, il viaggio continua nelle nostre comunità, dove siamo chiamati a portare il frutto dei semi raccolti in Ecuador, attraverso la testimonianza dell’esperienza vissuta, la collaborazione con le realtà missionarie ed i progetti di sostegno a distanza.

Roberto Pandolfo

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